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Visualizzazione dei post da settembre, 2023

La Linea Sacra di San Michele

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Storie di draghi e cavalieri, di spade e di lance, di eserciti di angeli che combattono contro gli inferi. Immagini di epiche battaglie tra cielo e terra, tra bene e male. E nomi e storie che la letteratura migliore e l’iconografia ci hanno lasciato in prestito: serafini e cherubini, arcangeli con la spada in mano che difendono il trono di Dio.   Uno dei nomi ricorrenti in questa storia intrisa di fantasia, mito, spiritualità e misticismo è l’arcangelo Michele . Menzionato dalla Bibbia più volte, il suo nome deriva dall’espressione “Mi-ka-El”, che significa “chi è come Dio”. Ricordato per aver difeso Dio contro l’esercito di Lucifero, con il quale formava la coppia di angeli più famosa, rappresenta l’araldo della fede, il combattente prediletto nel difendere i regni celesti. Ecco perché tutta l’Europa, e in particolare l’Italia, ha una serie infinita di chiese, abbazie e basiliche intitolate proprio all’arcangelo preferito, al più bello e al più forte, che porta il nome appunto di Mich

L'autunno ... con il whisky

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Ai tempi spassosi della gioventù, avevo un certo debole per i costosissimi Armagnac francesi. Mi piaceva l’eleganza, la finezza quasi intellettuale del pregiato distillato di vino. Erano d’altronde, i tempi delle letture impegnate, della filosofia, dei sogni sul mondo, e l’Armagnac, il nobile e aristocratico Armagnac, teneva il conto. Tra Armagnac e Grappa Con l’Armagnac, ogni tanto, per una sorta di cuginanza affettiva, mi piaceva perdermi nell’asprezza dell’acquavite bretone e normanna di sidro di mele, il Calvados , che ogni tanto riportavo furtivamente dai miei numerosi viaggi in Bretagna. Accompagnavo il tutto con il sapore contadino della Grappa – ma, attenzione, la Grappa va bevuta nel luogo di origine, altrimenti non ha sapore –. Ancora oggi, se devo salvare una Grappa, dico sempre la Grappa invecchiata di 25 anni del Castello di Spessa a Capriva del Friuli. Imperdibile.   Sua maestà, il Whisky Il tempo, come sempre succede, e il corso della vita, ha deviato il flusso dei mie

Transumanza. Alla ricerca delle radici

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  Un mestiere storico , vissuto per secoli all’aria aperta, alle intemperie del vento, del freddo e della pioggia, e al calore del sole. Un mestiere antico che definirlo “green”, con le parole dell’oggi, lo renderebbe addirittura superfluo. Un mestiere di nomadi del Creato che piantano la loro tenda lì dove c’è l’erba, e dove il tempo è più mite. Sotto un masso che fa da riparo, e le grotte di montagna che diventano per incanto case accoglienti, con il fuoco acceso.  Un mestiere antico che oggi vive un inaspettato interesse. Nascono siti web, addirittura i social hanno migliaia di like che parlano dell’argomento. La transumanza non è più un affare per pochi, ma desiderio per molti di capire bene cosa ci sia dietro. E cosa sia effettivamente questa antica pratica tipica dei pastori. Che cos’è la transumanza, allora?  La transumanza, spiegano dal sito dell’Unesco, è un’antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale del bestiame nel Mediterraneo e nelle Alpi. S